Itinerari
L'Appennino Pistoiese di estende dalla Foresta Dell'Acquerino a est, dalle pendici del monte Croce (m. 1318) fino ad Ovest
alle Alpi delle Tre Potenze ( m.1940). Nel complesso è esposto a mezzogiorno, e nell'arco della sua lunghezza, circa 50 Km.
si estende per una superficie di qualsi 490 km
2.
E' decisamente evidente la diversità tra la parte orientale e quella settentrionale:
la prima collinare e dolce, tipicamente appenninica, e la seconda più "alpina" con rilievi piu duri ed eretti.
La parte orientale che va dalla Valle della Limentra Orientale fino alla valle del Reno ci regala monti non difficili
come l'Acquerino, la Collina, La Pidocchina ; l'altra, la parte occidentale, chiusa dal Passo dell'Abetone, divide due catene
che scendono a sud ai lati della Val di Lima : quella del Libro Aperto ( più a Nord il Cimone ), del Corno alle Scale e della Foresta del Teso e
quella dell'Alpe delle Tre Potenze, della Foce di Campolino, dell'Uccelliera fino alla Piastra ed alle Torri di Popiglio.
Senza dimenticare tutta la dorsale "pesciatina" che dal monte Oppio si snoda giù da Prunetta e Croce a Veglia fino all' altopiano
delle Pizzorne (Lucca) sopra Collodi.
Numerose le valli in questo scenario di montagne, tutte ricche di vegetazione boschiva, che presentano ora il castagno ed il cerro, ora il faggio
o l'abete.
I moltissimi escursionisti estivi, appassionati di trekking, trovano in queste montagne una miriade di sentieri e percorsi, tutti oramai
riportati sulle note "carte dei sentieri e rifugi" in scala 1 : 25.000.
Itinerario della Pedata del Diavolo
Punto di Partenza: Casetta Pulledrari sopra Maresca
Tipo di Itinerario: Strada sterrata - sentiero
Segnaletica: Bianco - Rosso ( MPT - GEA ) Sentieri CAI n° 3 - 33
Dislivello: m. 435
Lunghezza: Km. 4,9
Tempo di percorrenza: ( A / R ) h. 3
Difficoltà: Media
Arrivati alla Casetta Pulledrari sopra Maresca, si continua a sinistra lungo la strada che ci ha portati
fin qui, e trovata la prima sbarra della Forestale, la strada diviene sterrata. E' il vecchio
sentiero 3 che proviene da Maresca. Per circa un chilometro e mezzo sale dolcemente, e per questo, è
affollato nel periodo estivo anche dai non escursionisti. Arrivati ad un bivio il sentiero 3 continua a destra in
direzione Nord veso il crinale e si fa più irto.
Quasi arrivati alla sommità incrociamo, dalla destra, il sentiero 33 che proviene dalla vetta delle piste (oramai in disuso ) di Maresca
e da Pian della Trave (m.1315), proseguendo arriviamo dopo pochi metri al Rombiciaio (m.1347), il piano
del crinale, dove ci accoglie una bella foresta di faggio con un sottosulo di erbette e mirtilli, veramente bella. ( Io l'ho
immortalata in una foto, e dopo averla stilizzata, l'ho adoperata come sfondo dei miei bigletti da visita ).
Da qui il sentiero si fa più duro, e prosegue in direzione del rifugio del Montanaro (m. 1570), dal quale salendo
ancora poche decine di metri in altitudine si raggiunge la “Pedata del Diavolo” alle pendici del Poggio dei Malandrini.
Il rirorno può essere diversificato e per tornare alla Casetta si può imboccare il sentiero che scolletta e scende nel
versante meridionale del Poggio: seguendo le indicazioni del CAI ci indirizziamo verso la Maceglia (m.1424 ).
Al quadrivio della Maceglia, di fronte al monumento ai caduti dell'ultima guerra, si prende a
sinistra il sentiero che corre tagliando in discesa il versante, ripassando in pratica al di sotto del rifugio del Montanaro,
fino a immettersi in una strada sterrata pianeggiante. Lungo quest’ultimo tratto la Comunità Montana ha allestito una percorso attrezzato
(numerosi attrezzi) per la ginnastica all’aperto. Continuando a scendere andiamo a chiudere il "cerchio" del nostro itinerario,
ritroviamo il primo bivio che avevamo preso a destra a salire,
ed in breve, ci ritroviamo di nuovo al rifugio della Casetta Pulledrari.
Itinerario del Monte Gomito
Punto di Partenza: Piazza dell'Abetone
Tipo di Itinerario: sentiero
Segnaletica: Bianco - Rosso CAI 0-0
Dislivello: m. 510
Lunghezza: Km. 8,0
Tempo di percorrenza: ( A / R ) h. 3
Difficoltà: Impegnativa
Dalla piazza dell’Abetone (m.1385) si sale al piazzale del Municipio e si imbocca il sentiero CAI n. 0-0
(attenzione ci sono anche altre segnaletiche) che segue il tracciato della pista da sci della Selletta. Questo, in un ora,
sale, con tratti assai ripidi, al rifugio della Selletta (m.1.711) .Dalla Selletta si risale la strada sterrata fino
al monte Gomito (m.1892) da dove è possibile osservare gran parte delle cime più famose della zona: da N a NE si osserva monte
Cimone (riconoscibile dagli edifici costruiti sulla vetta) , monte Libro Aperto e via via tutte le cime della dorsale Appenninica,
l’alta Val di Lima ; a O la Val di Luce e a S-SE la valle del Sestaione racchiusa dalle Tre Potenze. Il ritorno, ridiscesi alla
Selletta, può essere diversificato, scendendo lungo la "vecchia pista di destra" della Selletta, che scende in direzione delle Regine.
A fine pista incrociamo un sentiero, che a destra ci porterebbe alla Fontana Vaccaia, mentre noi scegliamo il percorso di sinistra
ed, attraversando in falsopiano, tutta la bellissima abetaia e faggeta del Prataccio, ci ricongiungiamo al sentiero 0-0 poco sopra
al Municipio dell'Abetone dove eravamo partiti.
Itinerario del Libro Aperto
Punto di Partenza: Abetone - Via dell'Uccelliera
Tipo di Itinerario: Strada sterrata - sentiero
Segnaletica: Bianco - Rossa Sentiero CAI 0-0 -
Dislivello: m. 315
Lunghezza: Km. 8,0
Tempo di percorrenza: ( A / R ) h. 6
Difficoltà: Impegnativa
Dalla piazza dell'Abetone (m.1385), imboccata la via dell'Uccelliera,
a meno di 80 metri si svolta subito a destra, per parcheggiare poco dopo perche la strada termina per la chiusura della
sbarra della Forestale. Da qui, inizia il nostro percorso, che, inoltrandosi nella foresta di Boscolungo,
prosegue in falsopiano su strada sterrata, raggiungendo, dopo circa due chilometri, una fontana in pietra.
Siamo di fronte al Monte Maiori; lo possiamo aggirare dai sentieri che partono da qui sia da destra che da sinistra, ed addirittura
dal crinale (il più breve, ma più angusto), tutti si ricongiungono alla foce della Verginina di Serrabassa.
Proseguiamo scegliendo il sentiero a sinistra ed in meno di mezzora arriviamo alla Verginina, alla cui foce troviamo 3 sentieri : A) quello di crinale
che ci conduce al rifugio della Casetta di Lapo a meno di cento metri, e prosegue da qui( sentiero CAI 0-0) fino alle vette del monte Libro Aperto
raggingibiliore in meno di due ore; B) quello a sinistra subito sotto il crinale (il nostro) che dopo un breve percorso fuori dalla vegetazione,
attraversa poi, rade faggete e mirtilleti, e sale, con alcuni tornanti, alla sorgente del "vallone dei faggi"; C) il terzo ancora più sotto e
sempre a sinistra ci porterebbe all'attraversamento della valle del Libro Aperto verso il monte Lagoni e Bellagamba.
Seguendo il nostro percorso (il B appunto) ci inerpichiamo verso le vette del Libro Aperto mantenendo sempre la destra della vallata.
Quasi in cima la valle del Libro Aperto e' racchiusa a destra dalla vetta di monte Belvedere (m.1896)
e a sinistra dalle pareti di arenaria di monte Rotondo (m.1937) la "pagina aperta" più alta. Nel versante Modenese del Libro Aperto e' possibile osservare
nella stagione estiva la fioritura del rododendro, tipica essenza alpina, impiantatasi in questi luoghi circa 200.000 anni fa
durante l'ultima glaciazione.
Il ritorno, almeno fino alla Casetta di Lapo, lo possimo fare, per diversificare, sceglindo il sentiero di crinale 0-0.
Itinerario di Mandromini
Punto di Partenza: Piazzale sulla curva Gomito
Tipo di Itinerario: Strada sterrata - sentiero
Segnaletica: Bianco - Rossa Sentieri CAI 02 ( ultimo tratto )
Dislivello: m. 100
Lunghezza: Km. 5,0
Tempo di percorrenza: ( A / R ) h. 2
Difficoltà: Facile
Imboccata la strada che da Gavinana sale a Pian dei Termini e a Pratorsi, il punto di partenza è facilmente raggiungibile
in automobile dopo 5 km..
Raggiunto Pian dei Termini ( osservatorio ) rimangono circa 3,2 km. da percorrere in macchina. La strada diviene pianeggiante, corre a mezza costa con alcuni saliscendi e dopo
un'abetaia raggiunge una curva a gomito. Si parcheggia nello spiazzo sterrato che si apre sulla valle della Verdiana. Dal piazzale una
strada sterrata scende in direzione Sud- Sud Est (e' interrotta da una sbarra). La strada, con dolce pendio, scende attraversando un
fresco bosco di abete bianco e douglas, alcuni castagni e faggi interrompono la monotonia delle conifere; ai bordi della strada fitte
piante di lampone, felci, qualche tasso barbasso e cardo (nel periodo estivo alcuni brevi tratti possono essere ricoperti).
Dopo tre curve il percorso prosegue con alcuni saliscendi incrociando castagni e faggi secolari e alcune piante di noce fino a
giungere a un rudere (soltanto un muro) di quello che fu il fabbricato della "Casaccia" nella "Selva de Porci". La strada prosegue
scendendo al fosso di Mandromini ( a destra lungo il percorso c'e' una sorgente). Dopo aver guadato il fosso si risale su una
mulattiera al podere di Mandromini (Ca' Selvori) . All'interno del cortile del fabbricato c'e' il pozzo con una fontana.
Dal podere prendendo il sentiero M.P.T. si scende in pochi minuti al torrente Verdiana e, dopo averlo attraversato,
si piega a sinistra raggiungendo una cascatella. Il ritorno può essere effettuato percorrendo il sentiero n.02 CAI
(bianco - rosso) che incrociamo a sinistra cento metri dopo aver attraversato il fosso di Mandromini.
Itinerario del Lago Nero
Punto di Partenza: Piazzale della Valle del Sestaione
Tipo di Itinerario: Strada sterrata - sentiero - strada sterrata
Segnaletica: Bianco - Rossa Sentiero CAI n° 104
Dislivello: m. 480
Lunghezza: Km. 9,5
Tempo di percorrenza: ( A / R ) h. 4,30
Difficoltà: Media
Dal parcheggio, della Valle del Sestaione, (m.1309) si possono intraprendere due itinerari
per raggiungere il Lago Nero ; il primo seguendo la ex pista "rossa" da sci e puntare alla Foce di Campolino,
per poi attraversare tutto il piano sotto le Tre Potenze fino al lago, o il secondo che segue la strada sterrata (CAI 104) che sale su
fino alla Capanna dei Pastori e poi punta a sinistra verso il lago.
E' preferibile il primo perchè una sosta alla foce di Campolino merita per il passaggio, il secondo ce lo lasciamo per il ritorno.
Dal parcheggio si inizia a salire dolcemente lungo la strada sterrata e
dopo aver attraversato a sinistra il ponte sul torrente Sestaione, si continua a salire seguendo le indicazioni bianco-rosse
del sentiero. La pista è in disuso e là dove prima scendevano gli sciatori ora è piena di vegetazione e di lamponi a non finire.
Raggiunto un pianoro, il sentiero si divide: quello a destra porta dov'era il Rifugio di Campolino ( non c'è più, è stato smantellato come
gli impianti di risalita) teniamo quello a sinistra verso la Foce, è ripido ma la Foce di Campolino oramai è lì davanti a noi.
Il paesaggio che si apre agli occhi è uno dei più suggestivi: a S.O. la vallata dello Scesta, a N.O. le Tre Potenze, a N. i Denti Della Vecchia, il Gomito e la Selletta
nonchè sotto di noi tutta la valle del Sestaione.
Imboccato il sentiero 100 passiamo in piano ( solo leggeri e corti saliscendi ) sotto le Tre Potenze : a settembre le folte mirtillaie
che scendono dalle sue pendici hanno mille colori, verdi, gialle, rosse brunite, uno spettacolo contornato dagli innumerevoli falchi
pellegrini che qui nidificano e a decine ci fanno compagnia sopra e accanto a noi.
In breve raggiungiamo prima il Rifugio e poi a pochi metri il Lago Nero, veramente suggestivo, contornato intorno di bivacchi di sassi
fatti per arrostire le "salcicciate" di chi vi arriva. Nelle acque del lago, caratteristica unica nel suo genere, possiamo vedere tra le erbe ed il
muschio delle rive i tritoni.
Tornati una ventina di metri indietro dal rifugio, a sinistra troviamo l'indicazione per il sentiero (CAI 104). Il sentiero, dopo una discesa ( 10 minuti)
abbastanza ripida dentro una faggeta, incrocia la 104 che utilizziamo per il ritorno. Teniamo senpre a destra anche quando incrociamo la
102 che porta a Boscolungo. Scendiamo passando dalla Casetta dei Pastori ( un rifugio tutto rifatto ed attrezzato per feste alpine estive ! )
e seguendo le indicazioni del Sestaione scendiamo al piazzale di partenza.
Itinerario di Pian di Novello
Punto di Partenza: Piazzale di Pian di Novello
Tipo di Itinerario: Strada Forestale
Segnaletica:
Dislivello: m. 250
Lunghezza: Km. 15,0
Tempo di percorrenza: ( A / R ) h. 4,30
Difficoltà: Facile
Questo itinerario si snoda interamente
all'interno di un bosco di faggio tra i più belli della Montagna Pistoiese e per la sua facilità e semplicità si presta
a comitive di ogni età, anche perchè si può sceglire di farne una parte o tutto il percorso.
Dal piazzale del parcheggio, sopra il camping, si prende la strada forestale che costeggia la parte terminale
della pista da sci denominata "Beatrice" e ci si addentra in una faggeta per un tratto di circa 200 metri fino ad incontrare
una sbarra metallica. Una breve salita su tratto asfaltato ed in breve raggingiamo "l'orto di Giovannino" dove la strada asfaltata
ci lascia per dare inizio a quella sterrata. Da qui, dove c'è una sorgente e panchine fatte dalla Forestale dopo circa 2 chilometri
si incontra il rifugio Lippi (Lagacciolo)
dove è possibile rifornirsi nuovamente di acqua ad una fresca sorgente e magari sostare. Il bivio, nei pressi del rifugio, costituisce il
punto di ricongiungimento di un itinerario ad anello - pista per lo sci di fondo - che è possibile percorrere in un senso o
nell'altro. Proseguendo a sinistra del bivio, dopo un tratto pianeggiante ed uno in discesa, passando dai "sassi bianchi" e dal "balzo del cinghiale"
si comincia a salire fino ad un
altro grazioso rifugio di legno anch'esso con sorgente ( Rifugio Ceccherini ). Alla sinistra del rifugio un sentiero sale rapidamente sul crinale e raggiunge in
poche centinaia di metri la località "Prato Bellincioni" (N.B.) da dove è possibile osservare un panorama sulle vicine montagne
della Penna di Lucchio e del Balzo Nero e sulla vallata del torrente Scesta dove nidifica l'aquila reale. Ridiscesi al Ceccherini
si sale per un breve tratto per poi scendere di nuovo al rifugio Lippi e di qui a Pian di Novello.
N.B. L'ultima domenica di Luglio a Prato Belliccioni ogni anno viene fatta la festa di San Daniele. I pulmini 4x4 accompagnano
i parcecipanti che non possono raggiungerlo a piedi dalla sbarra di Pian di Novello fino al prato. La festa dopo la S.Messa
delle 11 al mattino, prosegue con il pranzo organizzato dalla Forestale e dalla Pro Loco con i volontari, per tutto il pomeriggio.
Una vera giornata all'aria aperta in compagnia, a cui partecipano anche le Autorità dei Comuni di tutta la Val di Lima. Da Non perdere!
Itinerario di Portafranca
Punto di Partenza: Piazzale dopo Case Corrieri - Orsigna
Tipo di Itinerario: Strada sterrata - sentiero
Segnaletica: Bianco - Rossa
Dislivello: m. 710
Lunghezza: Km. 15,0
Tempo di percorrenza: ( A / R ) h. 6
Difficoltà: Impegnativa
Proseguendo oltre il paese di Orsigna si segue la strada asfaltata e dopo aver superato la borgata
di case Lavacchini (Ottime le acque delle sue fontane prima di entrare nel paese) dopo circa 2 chilometri
si raggiunge il bivio nei pressi della borgata di Case Corrieri (m.975). Lasciata l’auto nel paizzale sterrato
si comincia a salire inoltrandosi nel bosco. Superata la sbarra della Comunità Montana in
località “Il salatoio” , dopo alcuni strette curve, è possibile rifornirsi di acqua ad una fontanina.
La strada sterrata si sviluppa in una serie di tornanti per circa 6,5 chilometri attraversando un fitto
bosco di faggio. Lungo la strada, nei pressi di una curva a gomito a sinistra, c’è una deviazione per la sorgente della “Fonte dello
Spirito”, il posto è facilmente riconoscibile dalla staccionata in legno eretta dalla Forestale (Da qui si gode un
ottimo panorama su tutta la vallata).
Rimanendo sulla strada sterrata che continua a salire costantemente per altri 2
chilometri dopo un breve tratto pianeggiante che taglia il versante, si scollina di poco fino alla località di
Pian Selvano, radura destinata a pascolo, nelle vicinanze di un rifugio di proprietà della Comunità Montana.
Da qui prendendo il sentiero CAI n.35, si sale ripidamente, in poche decine di minuti, al rifugio
di Porta Franca (m.1580). In poche decine di metri sopra il rifugio siamo sul sentiero di crinale,
e in breve possiamo, prendendo a sinistra, arrivare fino sotto il monte Gennaio ( m. 1814) alla Fonte dell'Uccelliera
dove è eretto un crocifisso ligneo. Per i più esperti il sentiero di crinale di destra va invece verso il monte Orsigna,
e prima di questo a sinistra possiomo trovare l'indicazioni, scendendo nell'Appennino Bolognese, per un altro rifugio
quello della Donna Morta (m. 1401) di cui però oramai rimangono solo ruderi.
Itinerario del Lago Scaffaiolo
Punto di Partenza: Passo della Croce Arcana
Tipo di Itinerario: sentiero
Segnaletica: Bianco - Rossa Sentiero di crinale 0-0
Dislivello: m. 160
Lunghezza: Km. 5,7
Tempo di percorrenza: ( A / R ) h. 2,30
Difficoltà: Facile
Dalla Doganaccia, sopra a Cutigliano, lasciamo la strada asfaltata e raggingiamo dopo
due chilometri di strada sterrata, il piazzale del passo della Croce Arcana (m. 1675). Lasciata l'auto
si prosegue verso levante sul sentiero di crinale 0-0 CAI.
Si sale in leggero pendio e prima del monte Spigolino (m. 1827 ) il sentiero si apre in due : il percorso a destra
ci evita di salire fino sul crinale del monte e si ricongiunge di nuovo allo 0-0 di crinale in località
Passo della Calanca (m. 1737) ( Dove arriva anche il sentiero M.P.T. che inizia dalla chiesetta della Doganaccia
consigliato a chi vuole percorrere un itinerario più lungo).
Ancora poche decine di minuti e seguendo lo 0-0 arrviamo al Lago Scaffaiolo (m.1775), un laghetto naturale molto
suggesstivo sul crinale dell'Appennino. il Rifugio sopra il laghetto è attrezzato per ben "rifocillare".
gli escursionisti che vi arrivano !
Itinerario di Pian dei Termini
Punto di Partenza: Osservatorio Astronomico
Tipo di Itinerario: Strada sterrata
Segnaletica:
Dislivello: m. 150
Lunghezza: Km. 8,0
Tempo di percorrenza: ( A / R ) h. 2
Difficoltà: Facile
Sulla strada comunale che da Gavinana porta a Pratorsi si arriva in auto fino all'osservatorio astronomico.
Lasciata l'auto si prende la strada sterrata
che sale a destra. Superata la sbarra della comunità montana, si prosegue in leggera salita fino a un grande faggio solitario,
dove e' stato allestito un punto-sosta del trekking M.P.T. (tavolo e panchine). Un suggestivo panorama si apre sulla valle del
Limestre che scende verso Ovest, immettendosi nella valle della Lima, a Nord-Ovest il crinale appenninico della Montagna Pistoiese,
con le caratteristiche sagome del Libro Aperto e del Monte Cimone. La radura erbosa, che circonda il faggio, e' utilizzata come
"piattaforma" di lancio per numerosi appassionati di parapendio che specialmente nella stagione estiva si lanciano quotidianamente
percorrendo in volo per un breve tratto. La strada sterrata
prosegue in leggera pendenza in un folto bosco di abeti e pini e larici . Numerose piantine di lamponi e fragole limitano il
bordo della strada arrampicandosi sopra i grotti. Ai piedi delle grandi piante di conifere dove il sottobosco e' molto rado
(data l'acidità' del terreno), non e' difficile vedere qualche animale come lo scoiattolo o la lepre. Dopo circa un chilometro
e mezzo (prendere a destra ad entrambi i bivi) la strada diviene pianeggiante e prosegue in falso piano per altri 2 chilometri.
Lungo quest'ultimo tratto il Comune di S.Marcello ha costruito una fontanina in pietra alimentata da una sorgente le cui acque
possiedono discrete qualità minerali. La strada sterrata prosegue ancora per qualche centinaio di metri per terminare nei pressi
di monte Peciano da dove conviene tornare indietro (un sentiero, non segnato e assai scomodo,scende al paese di Maresca).
Itinerario del Lago Turchino
Punto di Partenza: Piazzale Val di Luce
Tipo di Itinerario: Sentiero
Segnaletica: Bianco - Rossa Sentieri CAI n° 505 - 519 - 0-0 - 517
Dislivello: m. 350
Lunghezza: Km. 10,0
Tempo di percorrenza: ( A / R ) h. 4,30
Difficoltà: Media
Dal piazzale della Val di Luce (m.1450) si prende il sentiero n. 505 CAI
- Modena nei pressi dell'impianto di risalita e si sale in una quarantina di minuti al lago Piatto (m.1823)
dove incrociamo il sentiero n.519 CAI. Si prosegue in direzione Ovest
passando sotto l'impianto di risalita e in poche decine di minuti si raggiunge il Passo
di Annibale (m.1798). Si scende quindi alla Foce di Giovo (m.1711) (poco prima del passo c'e' una
sorgente) dove si interseca la strada sterrata chiamata "strada del Duca" che collega Faidello con la
Garfagnana. Dalla Foce, proseguendo a destra della cappellina ottocentesca che rimane sottostrada, si
imbocca il sentiero n.00 CAI che sale al monte Rondinaio (La "piramide" più bella e maestosa
dell'Appennino Tosco Romagnolo) e si prosegue per poche decine di metri per poi
svoltare a destra e prendere il sentiero n.517 CAI che scende attraversando un pianoro erboso
collegandosi, in breve, al lago Turchino (m.1600). Vicino al laghetto e' stato costruito un piccolo
rifugio in legno (non gestito e sempre chiuso).